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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

DIFFAMAZIONE: REATO AFFERMARE CHE UNA PERSONA SI SIA SPOSATA PER SOLDI

Cassazione penale, sez. V, 02/03/2017,  n. 31434 Integra diffamazione l'attribuzione alla persona offesa della volontà di sposare un uomo per acquisire lo stato di vedova e ereditarne, quindi, i beni, atteso che tale condotta è significativa di un comportamento contrario al comune sentire ed ai canoni etici condivisi dalla generalità dei consociati. La fattispecie. G. , durante un colloquio tra parenti, attribuiva alla vedova del congiunto, la signora P.G ., la volontà di essersi sposata per acquisire lo status di vedova, quindi, solo per interesse. Condannato dal giudice monocratico di Locri per diffamazione, l'uomo impugnava la sentenza innanzi al Palazzaccio, ma per gli Ermellini il ricorso è infondato. La Suprema Corte. La Cassazione ha ritenuto la sentenza pienamente corretta, giacchè la frase pronunciata dall'imputato, "assume un valore intrinsecamente offensivo della reputazione della donna, intesa come il senso della propria dignità personale nella opin

CLAIMS MADE

Cassazione civile, sez. III, 28/04/2017,  n. 10506 La clausola "claims made" inserita in un contratto di assicurazione della responsabilità civile stipulato da un’azienda ospedaliera, per effetto della quale la copertura esclusiva è prestata solo se tanto il danno causato dall’assicurato, quanto la richiesta di risarcimento formulata dal terzo, avvengano nel periodo di durata dell’assicurazione, è un patto atipico immeritevole di tutela ex art. 1322, comma 2, c.c., atteso che realizza un ingiusto e sproporzionato vantaggio dell’assicuratore, e pone l’assicurato in una condizione di indeterminata e non controllabile soggezione. La fattispecie. Il paziente A. conveniva in giudizio l’azienda ospedaliera B. per richiedere il risarcimento del danno in conseguenza di un intervento chirurgico che assumeva essere stato eseguito con imperizia. L'Azienda si costituva e chiamava a garanzia in causa il proprio assicuratore della responsabilità civile, il quale contestava la circost

RECIDIVA OBBLIGATORIA

Cassazione penale, sez. I, 20/06/2017,  n. 31714   L'aumento di pena correlato alla recidiva reiterata ex art. 99, comma 5, c.p. deve ritenersi legittimo - anche se disposto in data anteriore alla declaratoria di incostituzionalità della norma - qualora risulti adeguatamente motivato in relazione alla gravità della condotta, alla negativa personalità e pericolosità sociale dell'imputato. La fattispecie.   A., pluricondannato in via definitiva per delitti ex art. 407, comma 2, lett. a), c.p.p. - chiedeva al giudice dell'esecuzione di rideterminare la pena inflittagli in ragione della sopravvenuta declaratoria di incostituzionalità che ha interessato la cd. "recidiva obbligatoria" di cui all'art. 99, comma 5, c.p.( "Se si tratta di uno dei delitti indicati all'articolo 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale, l'aumento della pena per la recidiva è obbligatorio e, nei casi indicati al secondo comma, non può essere inferiore ad un

RIPETIZIONE DI INDEBITO

Cassazione civile, sez. II, 28/06/2017,  n. 16214 In materia d'indebito oggettivo quando la parte deduca in giudizio e dimostri l'avvenuto pagamento di una somma di denaro, il convenuto è tenuto ad allegare e a provare il titolo in forza del quale si ritiene a sua volta legittimato a trattenere la somma ricevuta, al fine di accertare se e fino a che punto la natura del rapporto e le circostanze del caso giustifichino che l'una delle parti trattenga senza causa il denaro indiscutibilmente ricevuto da altri (fattispecie relativa ad una domanda di ripetizione d'indebito formulata dai clienti di un legale in merito al compenso illegittimamente incassato dal professionista). La fattispecie. A. e B. citavano in giudizio l'avvocato C., che aveva seguito nel loro interesse un processo di risarcimento danni in materia di sinistro stradale, per richiedere la restituzione di una somma di denaro illegittimamente corrisposta a titolo di compenso professionale. Deducevano che